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L’escursione autopoietica  a Luni è relativamente impegnativa.

È di interesse archeologico, tradizionale e naturalistico.

È una delle poche zone naturali ancora incontaminate dell’altro Lazio, si incontrano lungo il percorso sergenti purissime.

La soppressione della linea ferroviaria Capranica-Civitavecchia ha contribuito al miracolo di restituire la bellezza originaria naturale, in alcuni tratti anche selvaggia a questi luoghi.

Luni, secondo la tradizione orale Rasna, non è un’acropoli, ma un Fanum (Tempio) dedicato a Uni, ossia il principio femminile.

La si raggiunge percorrendo antichi sentieri in cui si possono incontrare stati di coscienza paragonabili ad Eris (sorella di Ares), dal greco antico significa conflitto, discordia.

Eris è colei che anima guerre tra gli uomini e ne gode.

Questo è molto importante, perché all’ingresso, nella valle del labirinto

Ingresso alla valle del labirinto

tale stato di coscienza si manifesta come una dinamica di bassa intensità all’inizio, ma che, se lasciata fluire, si auto-amplifica fino a raggiungere forme di rabbia e paura, a volte di odio; se non si pone in remissione tale auto-amplificazione può rendere non possibile raggiungere il Fanum di Luni.

la sorella di Ares, Eris, il conflitto protegge il Fanum.

Ma la si può attraversare lasciandola fluire, non va trattenuta perché il solo essere risonanti con lei immediatamente la ingigantisce e il

labirinto diviene senza via d’uscita.

Ma c’è un segreto che, se compreso, può essere orientatore, ossia di transmutare tale conflitto, paura, in competizione costruttrice trovando la spinta a superare i limiti che si amplificano nel labirinto, in se stessi, se tale azione è realizzata si creano le condizioni per superare l’ostacolo, Eris. Superato il labirinto ci troviamo nell’acropoli di Luni alle abitazioni multipiano.

Abitazioni multipiano

frontoni dell’apertura, fino a incontrare una singola stanza circolare, un orologio solare, i cui canaletti radiali scavati nel pavimento ci indicano pratiche meditative e nello stesso tempo riferimenti temporali.

Si attraversa la strada che conduce alla poderosa muratura del castello che fortificava la punta orientale del Fanum di Luni.

In questo posto secondo la tradizione orale è possibile la pacificazione tra l’Io-psyché e la propria componente femminile, allo stesso modo a Norchia (Narce) lo si può fare con il principio maschile.

Attraverso Eris abbiamo già vissuto tale conflitto psicosomatico, per una questione di supremazia, di prevalenza.

Luni, la luna, il principio femminile, voleva divenire il faro della civiltà, in cui la capacità di contenere del principio femminile si evidenziava appunto contenendo (qualunque situazione di vita), la cui intensità di contenimento massima si evidenziava attraverso rituali orgiastici che in Rasna vivevano in un particolare luogo della Via della ∑ophy, Luni.

Il potere delle sacerdotesse di Luni era quello del controllo delle potenzialità dell’acqua, del principio femminile.

Così come a Norchia, a Narce i lucumoni avevano il controllo delle potenzialità del fuoco.

Per il predominio Luni e Narce si combatterono, ognuno evidenziava le proprie ragioni, ma non si rendevano conto di essere parte dello stesso popolo, della stessa interiorità. I poteri del fuoco contro i poteri dell’acqua si organizzarono per tentare di distruggere il modello opposto, non riconosciuto come complementare, è stato, quindi necessario un processo di reintegrazione che fu visto e realizzato al Fanum di Uni in cui i due principi opposti complementari sono parte dello stesso fanum ed ecco che il principio femminile reintegrandosi, auto-riconoscendosi poteva di conseguenza riconoscere quello maschile in quanto, di fatto, esistente e rivendicato.

La funzione in cui riconoscendosi come principio attivo femminile (in un altro luogo) trova la sua consacrazione e funzionalità attraverso quello maschile, l’unione è il figlio, è il vaticinio, la visione remota del futuro del popolo etrusco, di se stessi.

Per questo motivo, dopo la diroccata Stazione di Monteromano, seguendo a destra il corso del Fosso Canino

 

Confluenza del Mignone con Fosso Canino a sinistra

si arriva alla Pianaccia dove, 50-100 metri prima della confluenza nel Mignone, si attraversa il corso d’acqua suddetto e ci si addentra nella macchia in cui si trova la Tomba delle Cariatidi, ossia una scultura decorata con figure femminili e utilizzata come sostegno al posto di una colonna. assumono anche il significato di schiave pur mantenendo le loro funzioni.

Non sembrano inoltre tradire la fatica derivante dal reggere il perso.

All’esterno di questa tomba è scolpito in rilievo il motivo della finta porta mentre all’interno presenta pilastrini addossati , sostenenti una cornice continua aggettante, sulla quale sono impostate due teste umane a sorreggere il soffitto.

Breve presentazione
a cura di
Nello Mangiameli

segue


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